lunedì 21 dicembre 2015

We wish you a merry christmas

Al caldo, però. Perchè qui a Perth a Natale fa caldo. E tutte le decorazioni natalizie sono a tema neve, TUTTE. Un poì un controsenso, non vi pare?
E allora McGyver e io, non costretti invitati a pranzi natalizi dai parenti, non costretti invogliati a fare un albero di Natale con decorazioni a tema neve, molto probabilmente carichiamo tenda, tavolino e barbecue portatile (che non può mancare!) sul 4x4, salutiamo i cagnoni (affidati alle amorevoli cure di una coppia di amici) e ce ne andiamo a fare bushcamping. Eh si, 4 giorni e 3 notti in giro a campeggiare in parchi naturali a gratis (sperando ci siano posti rimasti...).
Mare, natura, caldo e mosche. Non vedo l'ora!
P.S: vorremmo tanto portarci i cagnoni, ma:
1.Violet odia gli altri cani ed è molto likely incontrarne altri in campeggio
2.Violet soffre il mal d'auto
3. Violet appena ne ha la possibilità scappa
4. Violet non ama persone estranee, soprattutto di sesso maschile 
4. Lasciare Violet a casa e portare solo Rusco ci sembra una cattiveria
Sigh. :(




mercoledì 9 dicembre 2015

Era un normale martedì mattina

Era un normale martedì mattina al lavoro quando sento squillare il cellulare.
Come al solito non riesco a prendere su in tempo, poco male, hanno lasciato un messaggio in segreteria.
Ma chi potrà mai essere a chiamarmi alle 7.50 di un martedì mattina?!
La suocera era ospite da noi, può darsi che si sia persa ed abbia chiesto ad un passante di chiamarmi e di andarla ad aiutare? No, non credo, è qui da 2 settimane e non si è mai persa, ma soprattutto non chiederebbe mai aiuto nè alla nuora nè al figlio.
MacGyver che si è fatto male al lavoro e mi chiamano per dirmi di andare da lui? No, se così fosse mi avrebbe chiamato il suo capo, non un numero sconosciuto. Nonostante ciò comincio a preoccuparmi seriamente. Come sta MacGyver???
Ascolto il messaggio, capisco il nome della persona e capisco che vuole che lo chiami il prima possibile. Non capisco dove lavori o cosa voglia. Mi impanico. Richiamo il numero: nessuna risposta. Mi impanico ancora di più. La collega lo nota e cerca di rassicurarmi.
Macgyver mi chiama. Fiuuu,se mi chiama vuol dire che sta bene.
"Perchè 2 poliziotti ti hanno appena cercata a casa?" - mi chiede.
Poliziotti che mi cercano di mattina presto, in un Paese che non è "mio", dove sono ospite con un visto temporaneo. ODDIO. Non ho fatto nulla, cosa vogliono da me?
Comincio a pensare: i cani che abbaiano la notte e i vicini hanno fatto una segnalazione? Ma allora perchè cercano solo me e non anche MacGyver visto che sono a nome di entrambi? E soprattutto non è materia per la Polizia, ma per i Rangers.
Multa non pagata? Non è possibile, non ho (ancora) preso una multa qua.
Qualcosa successo al lavoro? Ok, ho tirato per un braccio un bambino, ma era per evitare che desse un calcio in testa ad un altro. Può darsi che sia partita una segnalazione per quell'episodio? Mi impanico.
La suocera, che ha aperto la porta ai poliziotti avrà pensato che razza di delinquente si è sposata il figlio (non l'ha pensato, è troppo carina. Spero).
Finalmente mi richiama il Poliziotto: "non preoccuparti, non hai fatto nulla, non sei in trouble, ma dobbiamo vederci il prima possibile e non puoi parlare con nessuno di questa telefonata fin quando non abbiamo parlato a voce. Veniamo dove lavori appena finisci il turno".
Non essendo il caso di farmi vedere a scuola da bambini e genitori parlare con 2 agenti della Polizia decidiamo di vederci in ufficio dalla mia manager.
Sono una corda di violino: tesissima. Cosa sta succedendo?
Sono due poliziotti dell'unità antifrode e stanno investigando su un personaggio che ha tenuto il corso di primo soccorso allo staff dell'azienda rivelatosi poi non autorizzato a certificare il corso stesso. Dodgy personaggio.

Fatto sta che i poliziotti mi hanno interrogata per 1 ora. 1 ora. Interrogata dalla Polizia in una lingua che non è la mia. E mi han capito!
E spero che quel personaggio vada nei guai visto che ora devo "perdere" un altro giorno per rifare il corso. Per la quarta volta. In 2 anni.

giovedì 19 novembre 2015

The Color Run

Quest'anno ho deciso che era ora di fare esperienze che ancora non avevamo fatto nei due anni e mezzo a Perth. Quelle cose che "almeno una volta nella vita bisogna farle".
E così mi sono tirata dietro un reticente MacGyver alla Color Run.
Cos'è? Un percorso di 5km durante i quali ti vengono sparati coloranti alimentari sotto forma di polvere. Esatto. E per farti sporcare di viola, giallo, argento e un altro paio di colori che non ricordo paghi, osta se paghi.
Gente assonnata di domenica mattina
Biglietto prenotato mesi prima, racimolato gente per creare un team  (chiamato poi "Team Stica__i" da MacGyver. Peccato non ci fosse scritto il nome sul numero di partecipazione, accidenti!), scarpe da ginnastica comprate, ritirato lo starter kit contenente la maglietta, un'indispensabile fascia per capelli (soprattutto per MacGyver!) e un paio di tautaggi glitterosi, vestiti il più ridicolo possibile (sigh, tutte le mie parrucche e gonne a tutù sono rimaste in Italia) una poco soleggiata domenica  mattina ci siamo appropinquati a Langley Park in centro assieme alle altre 22.999 persone che si erano iscritte alla corsa.
Il prima
Sarà che mancava il chatterbox del gruppo (malato), che era mattina presto ed eravamo tutti ancora assonnati, che MacGyver è reticente a stare in mezzo alla folla, che l'intrattenimento era rivolto a fan sfegatati della disco dance e della zumba (e io non lo sono), che non credo parteciperò anche anno prossimo!

Fila per circa 1h prima di riuscire a partire, esagitati volontari che per intrattenere i corridori tra le enormi distanze tra un colore e l'altro "lanciavano" "hi five" a destra e a manca, la pipì trattenuta per almeno 3km (ma non hanno pensato di mettere almeno un bagno ogni km?!), stazioni del colore dove se volevi colorarti non ti restava che rotolarti per terra visto la proporzione volontari/partecipanti, una bella respirata di alluminio in polvere, unico ingrediente della colorazione "argento" (i volontari avevano le mascherine, ma noi poveri partecipanti no!)...questa è stata la nostra domenica da non ripetere.
Fortuna che il VIOLA, mio colore preferito e della mia squadra di footy (GO DOCKERS!), era l'ultimo colore ad essere lanciato e sono tornata a casa tutta fiera interamente coperta di viola. :)

Il dopo


lunedì 9 novembre 2015

Come ho ottenuto il mio lavoro?

Per una serie di fortunate coincidenze e, ammettiamolo, perchè me la cavo con i bambini. McGyver dice che mi scambiano per loro pari, per questo piaccio ai bambini. :)

Nel primo anno e mezzo a Perth ho lavorato come au-pair e baby-sitter per diverse famiglie e in una di queste famiglie la mamma era (è tuttora) la Manager di un Childcare Centre. Non è una gran pubblicità la Manager che affida i propri 3 figli ad una baby-sitter (che all'inizio è pressochè sconosciuta) invece che alle dipendenti che lei stessa h
a scelto. Comunque...
All'epoca non mi rendevo pienamente conto dell'enorme fortuna che avevo avendola conosciuta e facendomi conoscere.
Tant'è che per mesi, dopo che mi ha "licenziata" via mail mentre ero in Italia con la mia famiglia per festeggiare il Natale e mi aveva rassicurata più volte che una volta tornata a Perth avrebbe ancora avuto bisogno di me, l'ho ignorata. Nonostante lei mi contattasse sporadicamente per far da baby-sitter ai suoi figlioli.

Quando poi lo Sponsor Visa è stato approvato si aprivano diverse strade davanti a me. Ho alla fine scelto la strada più facile: carriera in un childcare. Non era (è) la mia preferita, ma è il settore in cui ho più esperienza e in cui, essendoci un grosso turn over, è più facile trovare lavoro.

Si, ma come fare a trovar lavoro non avendo nè un titolo di studio riconosciuto in Australia nè uno australiano?
In questo caso mi è stato MOLTO utile il Career Centre. Ufficio in cui operatori danno informazioni riguardo a corsi di studi, carriere lavorative; se non hai idea di cosa fare di te stesso ti propongono un questionario al fine di cercare di capire le tue passioni e inclinazioni. Servizio gratuito ovviamente.

Le strade erano 3 per me: far riconoscere il titolo di studio italiano, bussare childcare per childcare chiedendo l'opportunità di fare un Traineeship al termine del quale avrei ottenuto il titolo di studio australiano oppure studiare per ottenere un titolo australiano

Far riconoscere il Diploma di Liceo Pedagogico mi sembrava un ENORME spreco di energie e soldi in quanto quel diploma è considerato carta straccia perfino in Italia (anche se una ragazza ha ottenuto un posto in un asilo nido solo con quel Diploma, ma forse la mamma, maestra di scuola materna da una vita ha aiutato....); la mia laurea non c'entra nulla. Scartata la prima opzione.

Conosco una ragazza che ha trovato l'opportunità di un Traineeship, ma questa opzione per me non ha funzionato. Nessuno dei childcare in cui mi sono presentata mi ha preso in considerazione. La scusa era il mio visto, visto che non ha alcune restrizioni lavorative di alcun tipo. Vabbè.
Esistono enti che trovano childcare disponibili a farti fare un Traineeship, ti seguono e valutano il tuo operato e ti danno il titolo di studio (se te lo sei meritato). Ovviamente il servizio si paga. Tanto (più o meno il prezzo del corso di studio Cert 3 Early Childhood Education and Care per uno studente internazionale).
 Opzione 3: rimettersi a studiare, in un'altra lingua, in un altro Paese. Avendo lo Sponsor Visa sono considerata come uno studente locale e quindi i prezzi dei corsi sono accessibili.
Decido per questa opzione.
Riprendo i contatti con Kathy e con la scusa di non sapere dove e con chi studiare il Certificate 3 la metto al corrente delle mie intenzioni.
In 2 settimane ero iscritta ad un corso di studio on-line della durata di 1 anno per ottenere il Certificate 3 Early Childhood Education and Care e stavo lavorando in un asilo dello stesso franchising di cui Kathy era la manager. Asilo in cui ho lavorato per quasi un anno tra lacrime, malattie e tanto Rescue Remedy; asilo in cui conosciuto la mia attuale Manager che, essendo subentrata al posto di Kathy come manager (per un breve periodo), avendo bisogno di qualcuno velocemente e ricordandosi di me, mi ha inizialmente contattata per lavorare come relief e settimana scorsa mi ha offerto una posizione PERMANENT. Un contratto indeterminato! Non ho ancora accettato, ma questa è un'altra storia.




venerdì 30 ottobre 2015

E poi succede che...

...al lavoro un bambino fa la cacca nel parco dove tutta la scuola gioca, un altro fa una scenata perchè non si vuole mettere la crema solare e scappa (in due a cercarlo per tutta la scuola che è GRANDE!), una collega insinua che lei è l'unica che fa qualcosa (non è la prima volta che succede), si sia overstaff ma, come al solito, non sei te quella che può tornare a casa prima.
Ciliegina sulla torta devi fare la strada LUNGHISSIMA per tornare a casa causa incidente e strada chiusa.

Un bel KFC di consolazione come cena ci voleva proprio.

Ma di solito le giornate van meglio, eh.

Quanto vorrei essere loro in questo momento




giovedì 29 ottobre 2015

Il mio lavoro

Da un anno e mezzo a questa parte lavoro in un OSHC, ovvero Out of School Hours Care o Kids Club che dir si voglia. Praticamente un pre e post-scuola che si trasforma in "garage" nel quale i genitori parcheggiano i bambini durante le vacanze scolastiche (2 settimane ogni 2 mesi di scuola e 6 settimane durante le vacanze estive che coincidono col Natale).
Va da sè che quindi faccio uno split shift, uno spezzato: 7-9 e 2.45-6, tutti i giorni.
 

In cosa consiste?
Mattina
Consiste, in pratica, nel svegliarsi ai primi albori in estate o nel buio più totale in inverno per essere al lavoro per le 7, distribuire colazioni ad occhi chiusi in quanto ancora mezzo addormentata, cercare di connettere il cervello per, non solo capire ciò che ti viene detto e rispondere, ma pure in una lingua che non è tua; farsi venire le veschice alle mani a forza di tagliare, pelare, imburrare, aprire, chiudere, incellofanare per preparare merende per il pomeriggio quando quasi 40 bambini (se siamo fortunate, altrimenti arriviamo anche sopra ai 50!) affamati da 6h di intenso lavoro dei neuroni.
Consiste nel lavare decine di tazze,bicchieri, caraffe, cucchiai e ciotole varie, mentre intrattieni un'interessante discussione su Spiderman (c'è anche quello nero,lo sapevate?) mentre urli a un Max di non dire parolacce, spalmi burro su una fetta di pane per la colazione di Mitch, ti dirigi verso il frigor per riempire la caraffa di latte che Riley ti ha appena chiesto e saluti il genitore che ti ha scaricato affidato Brookes. In una lingua non tua.
Quando invece sono fortunata si parla di Indiana Jones o Tartarughe Ninja, argomenti in cui sono molto ferrata (sempre mentre stai tagliando una carota, salutando il genitore che è appena entrato e controllando che nessuno tocchi con le sue sporche ditina la sana merenda che hai appena preparato).
Consiste nel costringere far mettere a posto la stanza ai bambini, piegare 8 tavoli da picnic, raccattare giocattoli da ogni parte della stanza, spostare 2 scaffali pieni di giochi, 2 carrelli pieni di materiale indispensabile (=scatole, rotoli finiti di carta igienica, stagnola stropicciata...) e nell'incastrare il tutto nell'angolo che la scuola ci ha gentilmente concesso (siccome siamo in un atrio che viene utilizzato dalle classi nulla deve rimanere al di fuori del nostro angolino).
Consiste nel trascinarli portarli in classe felici e sorridenti (noi educatrici,non per forza loro) e lasciarli al loro destino che ora non sono più nostra responsabilità augurargli una splendida giornata.
Scappare a casa subito dopo e ripetere il tutto, solo senza i bambini (quindi tagliare,pelare, incellofanare per la cena, lavare, lavare, lavare...).
Quasi dimenticavo: organizzare attività pomeridiane, burocrazia da fare, documentazione da preparare.

Pomeriggio
Il pomeriggio, oltre che tutte le attività solite (lavare, urlare a Max, sempre lui, di non dire parolacce educare, incellofanare,lavare, lavare...) si aggiunge il prerparare la fantastica atività che hai pensato di far fare alle bestie ai meravigliosi bambini, pulire il disastro che ne consegue, tirare fuori dallo sgabuzzino giochi da esterno che non sono stati rotti più fantastici del mondo e prepare il parco giochi, incremarli da testa ai piedi di crema solare protezione 50 (il sole non scherza) e lasciarli scorazzare fuori cercando di farli tornare a casa sani e salvi.
Poi rimpacchettare e riportare tutti i giochi (di cui hanno usato solo paletta e secchiello, ovviamente) nello sgabuzzino quando tutti i giochi sono stati rotti è ora di tornare dentro al centro per lo spuntino pre-cena, preparare lo spuntino pre-cena, ovviamente. E ciò che ne consegue cioè lavare, lavare, lavare.
Tirare a lucido la sala di modo che le donne delle pulizie non si lamentino che i "nostri" bambini sono degli sporcaccioni, chiudere a chiave tutto, inserire l'allarme, portare il sacco della spazzatura ai bidoni, andarsene.

Quando sono fortunata riesco addirittura a giocare con loro!
Mi trasformo in arbitro per una partita di footy, giocatrice di footy, "mostro dei bacini" dal quale i bambini scappano terrorizzati, entomologa (insetti palla e lumache ultimamente vanno per la maggiore), in un "octopus" (è un gioco tipo "Chi ha paura del gigante?"), dispenso "it" a chiunque mi passi accanto (altro gioco tipo acchiapparello), architetto (le cose che non abbiamo costruito con i Lego!), cliente di un negozio che vende bastoncini, biologa (le uniche piante che riesco a riconoscere sono il tarassaco...), Tartaruga Ninja (solo quello con la cintura arancione però!), scienziata (ma quanto è divertente travasare acqua colorata in provette e contenitori?!) ingegnere e muratore (siamo ormai esperti in castelli di sabbia!).

Per 5 giorni a settimana.
Alla prossima per i "Mi piace lavorare in un OSHC?" e "Come hai ottenuto il lavoro?"


giovedì 22 ottobre 2015

Day Off

E così sono arrivata al mio day off (ieri,mercoledì) preparata. Con un bel piano di cose da fare di modo da non trovarmi isolata,silenziosa e musona a casa.
Nonostante potessi dormire mi sono comunque svegliata alle 6.15, che comunque è più tardi del solito, ma: maledetta sveglia biologica! Almeno sono riuscita a sbrigare faccendo domestiche prima di uscire di casa.
Prima tappa: biblioteca per un English Conversation Class che si è poi rivelata essere una vera e propria lezione. Insegnante: volontario sulla sessantina con poca verve; topic: robots; compagni di classe: 5 asiatici un po' più vecchi di me; livello di inglese: 3. Pazienza, non imparerò nulla, probabilmente non farò nuove conoscenze (un paio di compagni di classe chiacchieravano solo tra loro, un altro paio solo con l'insegnante, l'altra non sapeva una parola di inglese), ma almeno sono riuscita a fare due chiacchiere con l'insegnante e a scroccare un morning tea. :)
Seconda tappa: ceretta alle braccia. Di solito è McGyver che mi aiuta nell'operazione (non ci sono segreti tra noi!), ma ci sta prendendo troppo gusto a vedermi soffrire, meglio ripiegare su un'estetista. Mi infilo nello shopping centre di fronte alla biblioteca. Possibile che sia l'unico senza un'estetista?!
E invece eccolo lì! Un minuscolo, poco pulito studio di estetista malesiana poco attenta alla clientela. Perfetto, proviamo anche questa. Anche perchè non mi va di farmi 20 minuti di macchina per andare in un altro centro commerciale.
In quattro e quattrotto eccomi uscire dallo studio dolorante, senza nemmeno un pelo, scioccata dal "Ma non si parla inglese in Italia?! Pensavo in tutta Europa si parlasse inglese!" e con la promessa di tornare per farmi torturare anche le gambe.
Terza tappa: studio medico per avere gli esiti dei miei esami del sangue. Dopo essere stata mandata da un medico mai visto in vita mia (Rajesh, Raed...è un attimo confondersi!), che non aveva idea gli esiti, aver chiamato il "mio" medico nel suo giorno off, essersi fatti spedire i risultati e aver ricevuto occhiate del tipo "ma cosa ci fai qui che stai da Dio?!" eccomi alla volta verso casa.
Sono le 14 e sto morendo di fame.
Casa, pranzo, faccende di casa, coccole ai cagnoni, cena per stasera e pranzo per domani è già ora di prepararsi per andare a danza che manca poco al saggio di fine anno e ancora non ricordo perfettamente la coreografia (perdonatemi, ma "jazz style" non è proprio nel mio dna, datemi un balletto di contemporaneo o modern e te lo imparo in 2 giorni!). McGyver torna a casa appena in tempo per un bacino prima che vada e quando torno un altro bacino ad un McGyver dormiente.
Mi sono ritrovata a sera esausta ed incapace di addormentarmi ad un'ora decente. E di conseguenza stamattina mi sono svegliata con un diavolo per capello! Fortuna che finisco prima stasera.

lunedì 19 ottobre 2015

Tra alti e bassi

Tra alti e bassi si va avanti e si attende l'arrivo della suocera in Novembre.
E' stata una settimana dura, in cui il non sapere cosa fare "da grande" mi ha sormontato; il day off è capitato nella settimana in cui avrei voluto il rumore che il lavorare con i bambini comporta. E' invece stato un giorno silenzioso, in cui non ho parlato con NESSUNO perchè non avevo nessuno con cui parlare. E' stato un giorno in cui la solitudine, la lontananza si è sentita tutta, i migliaia di chilometri che mi separano dai miei Amici e dalla mia famiglia sono diventati ancora di più. Malintesi e incomprensioni con gli amici di Perth non hanno fatto altro che aggiungere del peso a quella giornata. Anche McGyver è tornato molto tardi dal lavoro e non siamo riusciti a passare del tempo assieme.
Gli umani sono animali sociali e, nonostante la mia "orsaggine", anch'io ho bisogno di amici o anche solo di persone con cui parlare.
Come si fanno dei nuovi amici? Sinceramente, come si fa?
Vado a danza una volta a settimana, corso per adulti in cui tutte le altre ladies potrebbero essere mia mamma data l'età. Sono adorabili, ma non ho molto da condividere con loro al di fuori del terreno comune della danza.
Colleghi di lavoro? Mi trovo da dio con le colleghe, ma stessa storia: potrebbero essere la mia mamma o delle 3 giovani una è stata licenziata (e comunque non sarei andata d'accordo con lei, ipocondriaca, pigra e lamentosa), l'altra soffre di Disturbo Bipolare per cui c'è e non c'è (mostly non c'è) e la terza ha la propria famiglia con 2 figli piccoli. La Manager è alla mano e nonostante si chiacchieri parecchio non riesco ad andare oltre alla "gerarchia".
Ho fatto volontariato per un brevissimo periodo di tempo, ma stessa storia: volontari che potrebbero essere i miei nonni.
Quindi? Rimane facebook che, a dir la verità, è come ho conosciuto gli attuali pochi amici, ma continuo a ritenerlo uno strumento strambo! Vorrei aggiungere "pochi, ma buoni", ma per il momento mi riservo.
I vicini di casa? Da un lato una famiglia con 5 figli maschi (no,grazie), dall'altra...bè dall'altra non ho ben capito chi ci vive. A volte hanno un bambino a volte no, a volte hanno un cane a volte no, 5 macchine parcheggiate davanti casa e spesso sono macchine diverse tra loro. Un casino. Di fronte una coppia di anziani. Vabbè.
Play dates con i cagnoni? Sarebbe una grande idea se Violet non volesse sbranare gli altri cani.
Ma oggi inizia una nuova settimana e dopo un paio di giorni di sconforto e di pianti  il week-end mi ha ridato la carica grazie ad offerte di lavoro MOLTO intriganti alle quali mi sono candidata (ci spero molto, ma sono anche molto realista e non credo andrà a buon fine) e a un sabato sera in compagnia di una coppia appena conosciuta.
E' ora di rimboccarsi le maniche e utilizzare il tempo libero che lo split shift mi concede!
Si comincerà a frequentare un gruppo di conversazione in inglese ogni mercoledì mattina in biblioteca e magari qualche corso interessante (e gratuito!) sempre in biblioteca. Il volontariato per ora è in stand-by causa arrivo imminente della suocera e conseguente incapacità di dedicargli tempo. Ma a Dicembre se ne riparla. Ho già adocchiato (visitato e amato!) un Rescue Centre vicino a casa in cui anche McGyver avrebbe pane per i suoi denti vista le condizioni dei foothpaths, recinti e gabbie (dagli qualcosa da aggiustare o costruire e lo fai contento!).
Sono aperta a consigli su come fare nuove amicizie!

lunedì 5 ottobre 2015

Aggiornamenti

Sapevo che non avrei avuto la costanza di scrivere un blog, lo sapevo. E non me ne faccio un cruccio.
Spesso tornava in mente l'esistenza di questo blog, ma la voglia di scrivere non arrivava mai (di cose da scrivere invece ce ne sarebbero state!).
Riproviamoci, valà.
In questi mesi ne sono capitate TANTE! Prima cosa McGyver e io ci siamo sposati. Yep, il 20 Giugno 2015 nel paese natio, siamo convolati a nozze. Se potessi tornare indietro mi godrei quella giornata ancora di più (e mangerei anche di più...sono morta di fame!).
E' stata una decisione presa assieme, nessun inginocchiamento whatsoever anche se in realtà McGyver me lo chiese ufficiosamente 4 anni fa. Che poi abbia dovuto regalargli un anello prima io in modo da costringerlo a regalarmene uno il quale è stato quasi interamente pagato con dell'oro che ho permutato e che poi abbia anche perso l'anello in questione è un'altra storia.
   
Img sull'invito di nozze




Il matrimonio è stato organizzato in parte nel nostro breve soggiorno italiano in Ottobre 2014, in parte da Perth con la gentile collaborazione delle nostre famiglie (e molto litigate/discussioni!).
Giornata bellissima blablabla, blablabla.
La cosa di cui sono più grata è stata la presenza degli amici storici italiani, amici nuovi italiani, amici italiani conosciuti in Australia e addirittura amici inglesi e il capo di McGyver! Mi sono resa conto della fortuna di poter fare questa rimpatriata solo mesi dopo a "sangue freddo". GRAZIE.
Sembra che abbia convinto il novello sposo ad andare addirittura in luna di miele, cosa non scontata visto la sua reticenza a non lavorare ("Se vuoi venire vieni, se no vado da sola!" - sono state le mie parole). Si va in Giappone in Aprile 2016.

E una settimana dopo il matrimonio si è sposata una mia amica delle superiori con cui ho ripreso i contatti da poco visto che stiamo condividendo questa esperienza di vita all'estero (lei in Irlanda). Il McGyver mi ha lasciato da sola il giorno prima del matrimonio della mia amica. Andate separate e ritorni separati. Ottimo inizio di vita da novelli sposini. Aggiungiamoci pure che il primo weekend da soli da sposati siamo riusciti a farlo a fine Settembre.
Questo mi piace di noi: fare come ci pare e chissenefrega.

I cagnoni mentre si festeggiava e ci si godeva si correva in qua e in là per poter vedere /fare tutti/tutto le vacanze il tour de force italiane, sono stati ospiti di una boarding kennel dove venivano nutriti con carne fresca cotta sul momento, riscaldati da coperte lavate ogni giorno e intrattenuti con playdates con gli altri ospiti della struttura. E nonostante ciò erano entrambi felicissimi di tornare a casa.
La faccia di un cane felice...

Non è stato un post di aggiornamento vero e proprio, magari l'avere molto altro da raccontare sarà da stimolo per continuare a scrivere...



martedì 17 febbraio 2015

Aussie kids

Sono stupita da quanto la pedagogia australiana sia differente da quella italiana!
Sto studiando per diventare Educatrice Qualificata e sono sorpresa dalla linea pedagogica!
Già da tempo ho notato quanto  sia il comportamento dei bambini che quello dei genitori nei loro confronti sia totalmente differente da quello che ho sempre visto in Italia. E parlo con cognizione di causa, non per sentito dire. Ho lavorato con bambini sia qui a Perth che in Italia e posso permettermi di fare un confronto. Opinione: POSITIVA!
Innanzitutto è tutto centrato sul GIOCO e gli INTERESSI REALI dei bambini. Le attività sono tutte centrate sul tema che si è scelto di sviluppare la cui durata varia a seconda dell'età e dello scemare dell'interesse dei bambini.I bambini non vengono indottrinati, ma vengono stimolati , adessere curiosi,  a chiedere e a ragionare. In questo modo sarà il bambino stesso che chiede di approfondire gli interessi.
Bimbi di 2 anni piangenti costretti a stare seduti al tavolo a fare dei collage da mostrare a mamma e babbo sono solo vaghi e brutti ricordi. Ah, genitori, non credete che vostro figlio di 2 anni sia un Van Gogh solo perchè ha appallottolato e poi incollato carta su un foglio creadno un fiore...sono stati gli educatori.

Molto spazio viene lasciato al gioco libero e al gioco all'aria aperta in tutte le condizioni climatiche, con o senza scarpe (la maggioranza dei bambini le toglie appena usciti dall'aula). OBBLIGATORI crema solare e cappello. I bambini vengono lasciati liberi di sporcarsi, giocare con l'acqua, infangarsi e insabbiarsi quanto vogliono. NESSUNO dice loro di "non correre, non sporcarti, non bagnarti, non sudare, stai attento, non toccare non fare questo,quello". Al massimo si dice al bambino di andare a cambiarsi i pantaloni,felpa, maglia, felpa, calzini e pure mutande perchè sono bagnati di capo a piedi.

Quando invecesi è costretti all'interno gli educatori preparano un paio di attività e lasciano i bambini scegliere a cosa giocare. E ovviamente quando si è finita l'attività si mette a posto, senza grida, prediche, preghiere, ricatti, i bambini mettono veramente a posto.

Poche, pochissime sgridate, nella room si sentono echeggiare "thank you" e "please" quando si chiede di fare o non fare qualcosa ("can you please walk inside?", "can you please wash your bowl?"). E spesso si chiede di fare qualcosa o cambiare ciò che si sta facendo perchè pericoloso/proibito, invece di ordinare cosa non fare ("hop down, it's dangerous" e non "don't climb up").

Riguardo al momento del pasto mi sento di spezzare una lancia in favore al sistema e dieta italiano (nonostante al nido venisse chiesto ai bambini di mangiare in 30minuti pasta, secondo con contorno e mela...). Al childcare, il nostro asilo, i pasti vengono preparati all'interno della struttura seguendo rigide regole sanitarie, ma prevedono un piatto unico spesso in quantità non sufficente a sfamare 30 piccole bocche affamate. Spesso quindi i bambini rimangono con la fame fino alla merenda del pomeriggio. Sulla qualità non mi soffermo (ho visto cose che voi umani...rabbrividisco!) perchè i bambini mangiano di TUTTO, ma sulla quantità avrei qualcosa da ridire. Ma non sono una nutrizionista per cui mi fermo qui sull'argomento cibo.

Argomento "sonnellino pomeridiano". I bambini fanno il sonnellino appena finito di mangiare, spesso ci sono bambini che ancora sono seduti a tavola mentre altri già ronfano. Vabbè. Ma soprattutto nessun bambino è costretto a fare il sonnellino. E che, da ex non-amante-del-sonnellino-pomeridiano, apprezzo veramente tanto. Mia mamma ancora racconta di quando le intimai di venirmi a prendere dalla scuola materna prima del sonnellino altrimenti mi sarei uccisa. Un po' melodrammatica, certo. E mi ricordo come se fosse oggi le lotte per dormire (quelle poche volte che sono rimasta a scuola) senza calzini o senza calze. No, nulla, si doveva dormire o con le calze o con i calzini. Tuttora detesto dormire con i calzini e ho costretto Mc Gyver^2 a toglierseli a letto. Son soddifazioni.
Comunque...i bambini che non vogliono dormire vengono intrattenuti con attivit non rumorose. Sembra semplice, ma intrattenere bambini di 2 anni per 2 ore cercando di non fargli produrre nessun suono non lo è.

Ogni childcare ha sia la propria cucina che la proprua laundry, lavanderia. Tutti i panni, lenzuola, asciugamani, tutto si lava in "casa".

Al childcare i bambini possono andare vestiti come vogliono (ho visto principesse, Elsa, Spidermen, fatine, pigiami, di tutto!), ma quando si comincia ad andare a scuola (dalla Kindy Room) devono indossare la divisa scolastica.

 Da qualche mese lavoro in un pre e post-scuola frequentato da bambini dai 4 ai 12 anni e spesso sento raccontare episodi di bullismo. Devo investigare di più.

Oggi mi sono sbizzarrita a scrivere questo post. La febbricattola che mi accompagna da ieri e impedito di andare al lavoro oggi pomeriggio mi ha ispirata.