venerdì 30 ottobre 2015

E poi succede che...

...al lavoro un bambino fa la cacca nel parco dove tutta la scuola gioca, un altro fa una scenata perchè non si vuole mettere la crema solare e scappa (in due a cercarlo per tutta la scuola che è GRANDE!), una collega insinua che lei è l'unica che fa qualcosa (non è la prima volta che succede), si sia overstaff ma, come al solito, non sei te quella che può tornare a casa prima.
Ciliegina sulla torta devi fare la strada LUNGHISSIMA per tornare a casa causa incidente e strada chiusa.

Un bel KFC di consolazione come cena ci voleva proprio.

Ma di solito le giornate van meglio, eh.

Quanto vorrei essere loro in questo momento




giovedì 29 ottobre 2015

Il mio lavoro

Da un anno e mezzo a questa parte lavoro in un OSHC, ovvero Out of School Hours Care o Kids Club che dir si voglia. Praticamente un pre e post-scuola che si trasforma in "garage" nel quale i genitori parcheggiano i bambini durante le vacanze scolastiche (2 settimane ogni 2 mesi di scuola e 6 settimane durante le vacanze estive che coincidono col Natale).
Va da sè che quindi faccio uno split shift, uno spezzato: 7-9 e 2.45-6, tutti i giorni.
 

In cosa consiste?
Mattina
Consiste, in pratica, nel svegliarsi ai primi albori in estate o nel buio più totale in inverno per essere al lavoro per le 7, distribuire colazioni ad occhi chiusi in quanto ancora mezzo addormentata, cercare di connettere il cervello per, non solo capire ciò che ti viene detto e rispondere, ma pure in una lingua che non è tua; farsi venire le veschice alle mani a forza di tagliare, pelare, imburrare, aprire, chiudere, incellofanare per preparare merende per il pomeriggio quando quasi 40 bambini (se siamo fortunate, altrimenti arriviamo anche sopra ai 50!) affamati da 6h di intenso lavoro dei neuroni.
Consiste nel lavare decine di tazze,bicchieri, caraffe, cucchiai e ciotole varie, mentre intrattieni un'interessante discussione su Spiderman (c'è anche quello nero,lo sapevate?) mentre urli a un Max di non dire parolacce, spalmi burro su una fetta di pane per la colazione di Mitch, ti dirigi verso il frigor per riempire la caraffa di latte che Riley ti ha appena chiesto e saluti il genitore che ti ha scaricato affidato Brookes. In una lingua non tua.
Quando invece sono fortunata si parla di Indiana Jones o Tartarughe Ninja, argomenti in cui sono molto ferrata (sempre mentre stai tagliando una carota, salutando il genitore che è appena entrato e controllando che nessuno tocchi con le sue sporche ditina la sana merenda che hai appena preparato).
Consiste nel costringere far mettere a posto la stanza ai bambini, piegare 8 tavoli da picnic, raccattare giocattoli da ogni parte della stanza, spostare 2 scaffali pieni di giochi, 2 carrelli pieni di materiale indispensabile (=scatole, rotoli finiti di carta igienica, stagnola stropicciata...) e nell'incastrare il tutto nell'angolo che la scuola ci ha gentilmente concesso (siccome siamo in un atrio che viene utilizzato dalle classi nulla deve rimanere al di fuori del nostro angolino).
Consiste nel trascinarli portarli in classe felici e sorridenti (noi educatrici,non per forza loro) e lasciarli al loro destino che ora non sono più nostra responsabilità augurargli una splendida giornata.
Scappare a casa subito dopo e ripetere il tutto, solo senza i bambini (quindi tagliare,pelare, incellofanare per la cena, lavare, lavare, lavare...).
Quasi dimenticavo: organizzare attività pomeridiane, burocrazia da fare, documentazione da preparare.

Pomeriggio
Il pomeriggio, oltre che tutte le attività solite (lavare, urlare a Max, sempre lui, di non dire parolacce educare, incellofanare,lavare, lavare...) si aggiunge il prerparare la fantastica atività che hai pensato di far fare alle bestie ai meravigliosi bambini, pulire il disastro che ne consegue, tirare fuori dallo sgabuzzino giochi da esterno che non sono stati rotti più fantastici del mondo e prepare il parco giochi, incremarli da testa ai piedi di crema solare protezione 50 (il sole non scherza) e lasciarli scorazzare fuori cercando di farli tornare a casa sani e salvi.
Poi rimpacchettare e riportare tutti i giochi (di cui hanno usato solo paletta e secchiello, ovviamente) nello sgabuzzino quando tutti i giochi sono stati rotti è ora di tornare dentro al centro per lo spuntino pre-cena, preparare lo spuntino pre-cena, ovviamente. E ciò che ne consegue cioè lavare, lavare, lavare.
Tirare a lucido la sala di modo che le donne delle pulizie non si lamentino che i "nostri" bambini sono degli sporcaccioni, chiudere a chiave tutto, inserire l'allarme, portare il sacco della spazzatura ai bidoni, andarsene.

Quando sono fortunata riesco addirittura a giocare con loro!
Mi trasformo in arbitro per una partita di footy, giocatrice di footy, "mostro dei bacini" dal quale i bambini scappano terrorizzati, entomologa (insetti palla e lumache ultimamente vanno per la maggiore), in un "octopus" (è un gioco tipo "Chi ha paura del gigante?"), dispenso "it" a chiunque mi passi accanto (altro gioco tipo acchiapparello), architetto (le cose che non abbiamo costruito con i Lego!), cliente di un negozio che vende bastoncini, biologa (le uniche piante che riesco a riconoscere sono il tarassaco...), Tartaruga Ninja (solo quello con la cintura arancione però!), scienziata (ma quanto è divertente travasare acqua colorata in provette e contenitori?!) ingegnere e muratore (siamo ormai esperti in castelli di sabbia!).

Per 5 giorni a settimana.
Alla prossima per i "Mi piace lavorare in un OSHC?" e "Come hai ottenuto il lavoro?"


giovedì 22 ottobre 2015

Day Off

E così sono arrivata al mio day off (ieri,mercoledì) preparata. Con un bel piano di cose da fare di modo da non trovarmi isolata,silenziosa e musona a casa.
Nonostante potessi dormire mi sono comunque svegliata alle 6.15, che comunque è più tardi del solito, ma: maledetta sveglia biologica! Almeno sono riuscita a sbrigare faccendo domestiche prima di uscire di casa.
Prima tappa: biblioteca per un English Conversation Class che si è poi rivelata essere una vera e propria lezione. Insegnante: volontario sulla sessantina con poca verve; topic: robots; compagni di classe: 5 asiatici un po' più vecchi di me; livello di inglese: 3. Pazienza, non imparerò nulla, probabilmente non farò nuove conoscenze (un paio di compagni di classe chiacchieravano solo tra loro, un altro paio solo con l'insegnante, l'altra non sapeva una parola di inglese), ma almeno sono riuscita a fare due chiacchiere con l'insegnante e a scroccare un morning tea. :)
Seconda tappa: ceretta alle braccia. Di solito è McGyver che mi aiuta nell'operazione (non ci sono segreti tra noi!), ma ci sta prendendo troppo gusto a vedermi soffrire, meglio ripiegare su un'estetista. Mi infilo nello shopping centre di fronte alla biblioteca. Possibile che sia l'unico senza un'estetista?!
E invece eccolo lì! Un minuscolo, poco pulito studio di estetista malesiana poco attenta alla clientela. Perfetto, proviamo anche questa. Anche perchè non mi va di farmi 20 minuti di macchina per andare in un altro centro commerciale.
In quattro e quattrotto eccomi uscire dallo studio dolorante, senza nemmeno un pelo, scioccata dal "Ma non si parla inglese in Italia?! Pensavo in tutta Europa si parlasse inglese!" e con la promessa di tornare per farmi torturare anche le gambe.
Terza tappa: studio medico per avere gli esiti dei miei esami del sangue. Dopo essere stata mandata da un medico mai visto in vita mia (Rajesh, Raed...è un attimo confondersi!), che non aveva idea gli esiti, aver chiamato il "mio" medico nel suo giorno off, essersi fatti spedire i risultati e aver ricevuto occhiate del tipo "ma cosa ci fai qui che stai da Dio?!" eccomi alla volta verso casa.
Sono le 14 e sto morendo di fame.
Casa, pranzo, faccende di casa, coccole ai cagnoni, cena per stasera e pranzo per domani è già ora di prepararsi per andare a danza che manca poco al saggio di fine anno e ancora non ricordo perfettamente la coreografia (perdonatemi, ma "jazz style" non è proprio nel mio dna, datemi un balletto di contemporaneo o modern e te lo imparo in 2 giorni!). McGyver torna a casa appena in tempo per un bacino prima che vada e quando torno un altro bacino ad un McGyver dormiente.
Mi sono ritrovata a sera esausta ed incapace di addormentarmi ad un'ora decente. E di conseguenza stamattina mi sono svegliata con un diavolo per capello! Fortuna che finisco prima stasera.

lunedì 19 ottobre 2015

Tra alti e bassi

Tra alti e bassi si va avanti e si attende l'arrivo della suocera in Novembre.
E' stata una settimana dura, in cui il non sapere cosa fare "da grande" mi ha sormontato; il day off è capitato nella settimana in cui avrei voluto il rumore che il lavorare con i bambini comporta. E' invece stato un giorno silenzioso, in cui non ho parlato con NESSUNO perchè non avevo nessuno con cui parlare. E' stato un giorno in cui la solitudine, la lontananza si è sentita tutta, i migliaia di chilometri che mi separano dai miei Amici e dalla mia famiglia sono diventati ancora di più. Malintesi e incomprensioni con gli amici di Perth non hanno fatto altro che aggiungere del peso a quella giornata. Anche McGyver è tornato molto tardi dal lavoro e non siamo riusciti a passare del tempo assieme.
Gli umani sono animali sociali e, nonostante la mia "orsaggine", anch'io ho bisogno di amici o anche solo di persone con cui parlare.
Come si fanno dei nuovi amici? Sinceramente, come si fa?
Vado a danza una volta a settimana, corso per adulti in cui tutte le altre ladies potrebbero essere mia mamma data l'età. Sono adorabili, ma non ho molto da condividere con loro al di fuori del terreno comune della danza.
Colleghi di lavoro? Mi trovo da dio con le colleghe, ma stessa storia: potrebbero essere la mia mamma o delle 3 giovani una è stata licenziata (e comunque non sarei andata d'accordo con lei, ipocondriaca, pigra e lamentosa), l'altra soffre di Disturbo Bipolare per cui c'è e non c'è (mostly non c'è) e la terza ha la propria famiglia con 2 figli piccoli. La Manager è alla mano e nonostante si chiacchieri parecchio non riesco ad andare oltre alla "gerarchia".
Ho fatto volontariato per un brevissimo periodo di tempo, ma stessa storia: volontari che potrebbero essere i miei nonni.
Quindi? Rimane facebook che, a dir la verità, è come ho conosciuto gli attuali pochi amici, ma continuo a ritenerlo uno strumento strambo! Vorrei aggiungere "pochi, ma buoni", ma per il momento mi riservo.
I vicini di casa? Da un lato una famiglia con 5 figli maschi (no,grazie), dall'altra...bè dall'altra non ho ben capito chi ci vive. A volte hanno un bambino a volte no, a volte hanno un cane a volte no, 5 macchine parcheggiate davanti casa e spesso sono macchine diverse tra loro. Un casino. Di fronte una coppia di anziani. Vabbè.
Play dates con i cagnoni? Sarebbe una grande idea se Violet non volesse sbranare gli altri cani.
Ma oggi inizia una nuova settimana e dopo un paio di giorni di sconforto e di pianti  il week-end mi ha ridato la carica grazie ad offerte di lavoro MOLTO intriganti alle quali mi sono candidata (ci spero molto, ma sono anche molto realista e non credo andrà a buon fine) e a un sabato sera in compagnia di una coppia appena conosciuta.
E' ora di rimboccarsi le maniche e utilizzare il tempo libero che lo split shift mi concede!
Si comincerà a frequentare un gruppo di conversazione in inglese ogni mercoledì mattina in biblioteca e magari qualche corso interessante (e gratuito!) sempre in biblioteca. Il volontariato per ora è in stand-by causa arrivo imminente della suocera e conseguente incapacità di dedicargli tempo. Ma a Dicembre se ne riparla. Ho già adocchiato (visitato e amato!) un Rescue Centre vicino a casa in cui anche McGyver avrebbe pane per i suoi denti vista le condizioni dei foothpaths, recinti e gabbie (dagli qualcosa da aggiustare o costruire e lo fai contento!).
Sono aperta a consigli su come fare nuove amicizie!

lunedì 5 ottobre 2015

Aggiornamenti

Sapevo che non avrei avuto la costanza di scrivere un blog, lo sapevo. E non me ne faccio un cruccio.
Spesso tornava in mente l'esistenza di questo blog, ma la voglia di scrivere non arrivava mai (di cose da scrivere invece ce ne sarebbero state!).
Riproviamoci, valà.
In questi mesi ne sono capitate TANTE! Prima cosa McGyver e io ci siamo sposati. Yep, il 20 Giugno 2015 nel paese natio, siamo convolati a nozze. Se potessi tornare indietro mi godrei quella giornata ancora di più (e mangerei anche di più...sono morta di fame!).
E' stata una decisione presa assieme, nessun inginocchiamento whatsoever anche se in realtà McGyver me lo chiese ufficiosamente 4 anni fa. Che poi abbia dovuto regalargli un anello prima io in modo da costringerlo a regalarmene uno il quale è stato quasi interamente pagato con dell'oro che ho permutato e che poi abbia anche perso l'anello in questione è un'altra storia.
   
Img sull'invito di nozze




Il matrimonio è stato organizzato in parte nel nostro breve soggiorno italiano in Ottobre 2014, in parte da Perth con la gentile collaborazione delle nostre famiglie (e molto litigate/discussioni!).
Giornata bellissima blablabla, blablabla.
La cosa di cui sono più grata è stata la presenza degli amici storici italiani, amici nuovi italiani, amici italiani conosciuti in Australia e addirittura amici inglesi e il capo di McGyver! Mi sono resa conto della fortuna di poter fare questa rimpatriata solo mesi dopo a "sangue freddo". GRAZIE.
Sembra che abbia convinto il novello sposo ad andare addirittura in luna di miele, cosa non scontata visto la sua reticenza a non lavorare ("Se vuoi venire vieni, se no vado da sola!" - sono state le mie parole). Si va in Giappone in Aprile 2016.

E una settimana dopo il matrimonio si è sposata una mia amica delle superiori con cui ho ripreso i contatti da poco visto che stiamo condividendo questa esperienza di vita all'estero (lei in Irlanda). Il McGyver mi ha lasciato da sola il giorno prima del matrimonio della mia amica. Andate separate e ritorni separati. Ottimo inizio di vita da novelli sposini. Aggiungiamoci pure che il primo weekend da soli da sposati siamo riusciti a farlo a fine Settembre.
Questo mi piace di noi: fare come ci pare e chissenefrega.

I cagnoni mentre si festeggiava e ci si godeva si correva in qua e in là per poter vedere /fare tutti/tutto le vacanze il tour de force italiane, sono stati ospiti di una boarding kennel dove venivano nutriti con carne fresca cotta sul momento, riscaldati da coperte lavate ogni giorno e intrattenuti con playdates con gli altri ospiti della struttura. E nonostante ciò erano entrambi felicissimi di tornare a casa.
La faccia di un cane felice...

Non è stato un post di aggiornamento vero e proprio, magari l'avere molto altro da raccontare sarà da stimolo per continuare a scrivere...